Thursday, December 17, 2015

L'arte della lamentela



Mentre nuotavo, questa mattina, mi partivano come starnuti lettere e monologhi di lamentele.

Una bracciata.
"Gentile Bethany, grazie della email. Dopo il nostro incontro al volo, che non era stato pianificato, mi aspettavo di ricevere delle informazioni extra via email, non soltanto il riassunto di quello che ci siamo dette. Io e Richard, sopratutto mio marito, avevamo il desiderio di organizzare un pranzo al club dopo il battesimo, da quando ho ricevuto la sua email ho cambiato idea. Probabilmente a causa della sua email non avete soltanto perso dei clienti per un evento, ma anche due membri del club. Le spiego brevemente il perché..."
Dorso.
"Caro socio, dopo avere sollecitato la cosa diverse volte, ora inizio a spazientirmi. Quando prenoti questo benedetto volo? Come posso fidarmi delle tempistiche che mi dai sulle consegne quando tu non sei riuscito ancora a venire per fare un paio di firme?..."
Respiro.
"Caro dentista perché continui a fissarmi appuntamenti per controlli a 30 sterline? Se voglio un controllo ti chiamo io."
Bracciata.
"Cara mamma del parco, la tua povera bambina dici che è confusa, perché non è abituata a sentire due lingue e mi guardi con quella faccia da pesce lesso. Quando ti sveglierai ed uscirai da quell'involucro di mediocrità che ti avvolge e ti soffoca? Mai? Me lo aspettavo."
Stile.
"Gentile signora del negozio di scarpe del mio paese, avrei voluto compare un articolo da lei, anziché
andare su internet o in una città più grande, ma mi è parso di capire che le piace atteggiarsi a snob e
che non ha bisogno di vendere scarpe a nessuno, tantomeno di mettersi a cercare se ha dei numeri diversi in magazzino. Inoltre ha voluto precisare che le scarpe migliori per bambini sono tedesche e non italiane. Ecco, allora se le tenga strette. Non mi vedrà mai più."
Bracciata.
"Cosa intende esattamente quando mi dice che per politica aziendale non accettate queste telefonate? I fornitori non li cambiate mai? È questa la vostra strategia?..."
Pausa.
Tra l'altro sono una pessima nuotatrice.

Quando mi sveglio male, il metodo migliore per tornare in equilibrio è quello di fare attività fisica e di mandare lamentele scritte fittiziamente mentre con il corpo mi affatico, il che mi ricorda Moses, protagonista di "Herzog", di Saul Bellow. Personaggio meraviglioso.
Me lo ricorda, ma non mi paragono nemmeno lontanamente, sia ben chiaro.
Le lamentele di Herzog sono sublimi, le mie sono...lamentele.

Moses è un epistolomane che della lamentela scritta fa un'arte.
"Io vado alla ricerca della verità con il linguaggio. Forse vorrei cambiarla tutta con il linguaggio..." "Si vede che sto cercando di mantenere in vita quelle tensioni senza le quali gli esseri umani non si chiamano più umani. Se non soffrono, significa che mi sono scappati di mano. E io ho riempito il mondo di lettere per evitare la loro fuga."
Moses scrive a destra e a manca, dapprima scrive missive alla ex moglie, poi passa al suo amante, poi a parenti ed amici, infine ai giornali e a grandi figure del presente e del passato, così cerca di risolvere il suo dramma esistenziale.
"Cara mamma, sul perché non sia venuto a visitare la tua tomba per tanto tempo...Caro dottor Edvig, il fatto è che anche la pazzia mi è stata negata...Gentile signor presidente degli Stati Uniti, queste assurde norme per la denuncia fiscale ci faranno diventare un popolo di ragionieri. La vita di ogni
cittadino sta diventando un problema contabile...caro doktor professor Heidgger, vorrei sapere cosa
intende con "caduta nel quotidiano"...."