Pensieri volanti di una non più così giovane italiana, trasferita in terra d'Albione per necessità amorose, attratta morbosamente dalla parola scritta, talvolta infastidita dalla parola detta, sopratutto al telefono.
Wednesday, May 30, 2007
Aaaah!
Mi sento come se qualcuno mi avesse obbligato a mangiare un uovo intero.
Sto soffocando. Avrei alcune cose da esprimere. Ma non posso. Questo non è il luogo adatto.
Forse dovrei andarle a raccontarle in un altro non-luogo, un allungato centro commerciale, un algido distributore di benzina, accarezzata da un sottile vento fresco, dalle mani di nessuno.
Apro la tenda e vedo un cancello. Marrone.
Un balcone. Grigio.
Una pianta. Un gatto zoppo. Un muro. Bianco.Infissi. Neri.
Devo smetterla con quei tre gradini che, se non faccio prima che si chiuda la porta, mi fanno sentire insicura.
Sono invasa dalla voglia di andare in un'altra direzione, colorarmi senza inciampare, vedere oltre le sagome, oltre il muro, il cancello, il gatto, l'albero.
Qualcosa di morbido.
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