
"Ed è stato allora che ho capito meglio, allo stesso modo in cui un uomo che scrive può iniziare a capire quel che scrive partendo da una frase casuale che gli fa sapere, non di colpo, ma a poco a poco, perchè tutte le precedenti sono state così, perchè sono state scritte in quella maniera, mentre lui credeva di stare procedendo a tentoni, soltanto giocando con carta e penna per ingfannare il tempo..." Marias
Mi hanno fermato all'aereoporto e mi hanno obbligato a buttare qualcosa.
Dovevo assolutamente buttare qualcosa via, perchè gli omini del gate si erano fissati su di me. Ero il loro capro espiatorio e dovevo buttare qualcosa via, perchè ogni tanto devono dimostrare di esercitare un certo potere. Il mio bagaglio a mano non li soddisfaceva.
Certo, compri i voli della Ryanair ed ogni tanto ti devi apettare che ti facciano qualche scenata sul peso del bagaglio a mano o sul fatto che non stai attenta quando ti spiegano cosa fare in caso di esplosione del mezzo, mancanza di ossigeno, caduta in mare, o sul fatto che hai un barattolo da 120 ml con il quale vuoi sterminare un popolo.
Ho buttato tutti i depliant della fiera del turismo, insieme ai miei progetti per le vacanze, poi ho gettato via, senza pensarci, "L'uomo Sentimentale" di Marias.
L'ho fatto perchè il romanzo molto delicatamente ricama una storia d'amore costruita sull'attesa, sul ricordo e sull'impossibilità della realizzazione dei sogni.
Sostiene la tesi dell'amore come frutto di una costruziuone mentale, illusione, pura immaginazione, uno spettacolo che va in scena soltanto nella nostra testa. Amore come anticipazione o ricordo, mai come presenza.
Pur essendo un romanzo stupendo, ho scelto di buttarlo.
Una specie di atto poetico liberatorio. Una specie.