Pensieri volanti di una non più così giovane italiana, trasferita in terra d'Albione per necessità amorose, attratta morbosamente dalla parola scritta, talvolta infastidita dalla parola detta, sopratutto al telefono.
Friday, August 25, 2006
Suicidio
Veglio sulla fine dell'estate,
occhi fissi sullo scorrere del tempo,
di vetro le mie anche.
Graffio la superficie dei miei occhi
senza indugio.
Tre,
mi tirano le braccia,
mi lanciano contro
vetrate
stanche
distrutte.
Una sedia rossa,
implosione,
uno schermo rotola,
si disperde il cielo.
Realizzazione
Mi sento come se avessi tutte le porte chiuse davanti a me, chiuse a chiave, doppia mandata, come se le persone dietro le porte fossero lontane, nessun rumore udibile.
Sento questo se penso al lavoro, professione, futuro, economia, progetti.
Come se non conoscessi nessuno, l'unico modo: buttare giù tutto a calci, buttare giù.
Se quello che sono corrisponde realmente a quello che credo di essere, mi chiedo invece cosa sono diventata, perchè mi trovo qui a vendere aria fritta a poveri allocchi.
Si tratta ora di trovare un qualcosa di diverso, la porta di uscita.
Sento questo se penso al lavoro, professione, futuro, economia, progetti.
Come se non conoscessi nessuno, l'unico modo: buttare giù tutto a calci, buttare giù.
Se quello che sono corrisponde realmente a quello che credo di essere, mi chiedo invece cosa sono diventata, perchè mi trovo qui a vendere aria fritta a poveri allocchi.
Si tratta ora di trovare un qualcosa di diverso, la porta di uscita.
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