Veglio sulla fine dell'estate,
occhi fissi sullo scorrere del tempo,
di vetro le mie anche.
Graffio la superficie dei miei occhi
senza indugio.
Tre,
mi tirano le braccia,
mi lanciano contro
vetrate
stanche
distrutte.
Una sedia rossa,
implosione,
uno schermo rotola,
si disperde il cielo.
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