Cerco di lavare via i segni,
sbiadiscono, scoloriscono,
sembra che nulla si trasformi, come dicono.
Un segno sporca anche la sedia finta-pelle,
finta-verità, finta-casa.
Un altro graffia la porta,
spioncino-deforma realtà.
Sulla ringhiera del balcone,
ci si espone, ci si macchia di nero-fumo.
Sembra tutto così facilmente leggibile.
Talmente semplice che mi si annoda una corda vocale
e non riesco a più a dire la parola,
la prima ("mamma?")
Non riesco più a muovere il piede, il destro.
A respirare, l'aria.
Rimangono i segni,
di-segni ed infinito sgomento.
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