Pensieri volanti di una non più così giovane italiana, trasferita in terra d'Albione per necessità amorose, attratta morbosamente dalla parola scritta, talvolta infastidita dalla parola detta, sopratutto al telefono.
Wednesday, January 07, 2009
Veloce come la notte
Come lampi di luce, certe immagini saltano fuori dal romanzo e accecano, aprono il cuore a ricordi. Aimes sa come attirare l'attenzione, è uomo dei nostri tempi, anzi non è uomo, come tanti uomini di questi tempi: è ragazzo, asessuato e bisessuale, irrisolto, malinconico, insicuro.
Aimes è anche molto furbo, sa come conquistarci con la sua vita, talvolta però sembra volere fare lo "strano, squilibrato, complicato" a tutti i costi. Dovrebbe sapere però che le pagine più belle del romanzo sono quelle legate ai ricordi d'infanzia, alla casa, al nonno, ai genitori, all'amico, o al suo lavoro di portiere del Four Season, sono luce che oscura tutti i dialoghi con i barboni o i suoi rapporti omosessuali descritti nei minimi dettagli.
"Quando ho compiuto tredici anni i miei mi hanno mandato in una colonia estiva...C'erano cinquanta ragazzi della mia età ed io ero l'unico senza peli...Ogni notte pregavo di alzarmi alla mattina e di trovare i peli. Ma non succedeva mai."
"Mi ha lasciato a casa mia e gli ho sorriso come sempre, come se fossimo amici del cuore, però sapevo che mentiva. Sono entrato in casa ed ho cercato di dormire, ma era inutile. E non potevo dire a miei cosa stava succendendo, mi sentivo imbarazzato, avevo paura di dire a qualcuno che stavo predendo il mio migliore amico. Cosi' ho tirato fuori la bici...L'avevo visto con quel ragazzo una sola volta, non mi fidavo di lui, e sapendo dove abitava sono andato sino a casa sua...c'era la macchina di Ethan parcheggiata. Mi sono nascosto all'ombra di un albero e avrei voluto rompere il parabrezza, distruggere ogni pannello lucido, fare a fette l'interno con un coltello, e sedermici dentro fino a quando non fosse uscito Ethan, e avrei voluto piacergli ancora...avrei voluto guardare Ethan in faccia e dirgli "Lo sapevo che mentivi". Invece mi sono limitato a girare la bici verso casa ingoiando tutto e sigillandolo dentro di me. In tutto il mio corpo e nella parte bassa della schiena, nelle mani, nello stomaco, lungo i fianchi, nella faccia, ci sono sacchettie scatole di odio e rabbia, e quella notte davanti a quella casa di quel ragazzo dev'essere dentro da qualche parte, forse a scavare piccoli cancri, ma per ora ben chiusa. Però quella sera ne usciva un pò mentre pedalavo e mi punivo le gambe sulle salite, odiando il paese ed odiando le brutte case.
...Quando avevamo diciotto anni e mezzo la sua famiglia si è trasferita...
E per quanto guardassi, mi sembrava che tutta la mia infanzia fosse stata cancellata, perchè Ethan, al suo termine mi aveva lasciato. Cominciavo a ricordarmi tutte le volte che ero stato crudele, di come ridevo quando suo fratello maggiore lo picchiava, quando si faceva male. Ma Ethan non aveva altri amici e ha attuato un sotterfugio incredibile per anni, aspettando il giorno in cui sarebbe stato abbastanza forte per non avere più bisogno di me e per liberarsi, finalmente. Io l'avevo amato, però non sapevo amare, e così lui mi aveva sempre odiatoe quando è stato pronto mi ha lasciato. E ha fatto bene."
"Ho guardato a lungo la mia casa, la sua forma familiare, il mondo a me conosciuto, e mi sono reso conto che non avevo nessuna voglia di vedere i miei. C'era anche una parte di me che voleva correre da loro a perdifiato e raccontare tutto e farmi abbracciare, ma non ho potuto, non volgio che mi conoscano. Così ho pensato di restarmene seduto sulla panchina....Dopo un pò è arrivato l'autobus...Seduto accanto al finestrino ho lasciato indietro la mia strada pensando che non avrei mai potuto dirglielo...Poi ho scacciato quel pensiero dalla mia mente e mi son detto che se ero vivo in quel momento, ero vivo per sempre."
"Veloce come la notte" Jonathan Ames
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