Sono uscita a fumare.
Certamente non un'ottima idea, visto che non fumo più in teoria.
Volevo trasgredire e vedere le cose da fuori.
La mia casa,
quattro mura e un cespuglio di sbieco
davanti, si spande e si innalza,
ma non abbastanza da nascondere
il suono guizzante delle auto e
i cori stonati che trasudano dai muri.
Da fuori la mia casa
riposa protetta da mattoni e protezioni,
ma ha le fondamenta scoperte,
come nervi deboli, nevralgici.
Non è nemmeno mia.
La casa contiene un uomo
che disegna rette,
ordina scrivanie e cassetti,
ma il subconscio lo annega
e lui riordina e annaspa.
Nella casa vive un bambino
gentile
circondato da luci,
pareti, elicotteri.
La mia casa vista da fuori
splende di una luce fioca.
Il cespuglio non la nasconde
la protegge dai numerosi occhi.
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