Dobbiamo temere l'intelligenza artificiale?
La rivoluzione industriale ha senza dubbio causato simili momenti di panico e continua ad alimentarli poiché si è tutt'altro che conclusa.
Dai primi macchinari ad acqua e vapore del 1800, si è passati alla seconda fase, nel diciannovesimo secolo, in cui l'utilizzo dell'elettricità e del petrolio snellì e velocizzò ulteriormente la produzione.
Con l'avvento dei computer si è parlato di una terza rivoluzione industriale, alla fine del secolo scorso, con conseguenze di ulteriore automatizzazione della produzione.
Non ci scordiamo della quarta rivoluzione, tuttora in corso, con l'intelligenza delle cose, macchinari che interconnessi richiedono un quasi nullo coinvolgimento dell'uomo.
Naturalmente nelle classi artigiane e operaie le varie fasi della rivoluzione industriale hanno creato scontento e resistenza, ogni fase ha realmente portato via il lavoro alle persone, essendo i processi sempre più automatizzati.
Spesso non c'è alternativa al lavoro manuale per i cittadini o di questo sono convinti, per vari motivi, primo responsabile tra tutti un sistema che non prepara a posizioni alternative.
Dopo aver quasi eliminato l'esigenza del lavoro materiale con la rivoluzione industriale ora arriva l'intelligenza artificiale e ci porta via anche il lavoro intellettuale.
Perché di quello si tratta.
Non ho alcuna idea dei tecnicismi e non capisco nulla di programmazione e di informatica, ma conosco l'animo umano a sufficienza, quanto basta per dormire sonni tranquilli e non disperare pensando all'IA che diventa il male per eccellenza e distrugge il genere umano.
L'intelligenza artificiale rappresenta un aiuto incredibile, ma dal mero punto di vista linguistico e strutturale.
Gli algoritmi permettono a questo sofisticato prodotto dell'ingegno umano di predire le sequenze di parole più adatte a meglio svolgere compiti, esprimere concetti, rispondere a domande, motivare scelte, spiegare fenomeni, fare ricerche e simili.
L'intelligenza artificiale però non ha scopi ne' obiettivi, incluso quello di annientare la popolazione o dominarla.
E' stata esposta a innumerevoli incastri, sequenze e motivi, ma si nutre della nostra conoscenza, non può fare nulla di sua iniziativa, non possiede una conoscenza o una consapevolezza.
Temiamo che ci rubi il lavoro intellettuale perché oggi più che mai, come uomini moderni, ci identifichiamo con il pensiero, pensiamo di esistere in quanto pensanti.
Ecco la ragione del panico.
Molti lavori, specchio della società, sono basati sull'intelletto, sulla razionalità; quindi se Chat GPT o altri software simili ci rubano l'esercizio intellettuale, cosa rimane?
Se tolgo il pensiero, cosa rimane all'uomo?
Benvenuti nell'era del risveglio spirituale.
Ecco cosa rimane.