Friday, March 22, 2013

Nonne e Cappotti





Ogni tanto nei sogni entro in un bar e ci trovo mia nonna Albina, sempre spettinata dal vento, con indosso il suo cappotto lungo scuro col collo di pelliccia, che ordina un marocchino.
Una volta mi ha anche detto: "ci vediamo al bar Alba".

A mia nonna piaceva uscire sola ed andare al bar per un marocchino il martedì e il giovedì.
La si poteva trovare nei bar più inaspettati, le piaceva cambiare.
Quando ero all'università ogni settimana mi comprava il caffè e i biscotti millesfoglie.

Lavorò per un numero disumano di ore per tre quarti della sua lunga vita: a sei anni badava a suo fratello, a nove badava ai figli di una ricca signora che in cambio le offriva la merenda, per vent'anni fu cameriera e cuoca in un ristorante sul Po, iniziava alle cinque del mattino lavando le tovaglie e finiva all'una di notte preparando per il giorno dopo. Inforno' ciabatte in un calzaturificio, poi venne la guerra e fini' in una catena di montaggio di bombe e poi ancora scarpe, mentre dopo il lavoro faceva il bucato e dava la cera ai pavimenti dei ricchi.

In pensione le sembrò di vivere in un mondo incantato. Giocava con i nipoti e nel tempo libero poteva andare al bar.
Il bar era il suo paradiso e nei sogni li' gira ancora.




Il crepuscolo







Gli alberi scivolano via dal finestrino del treno, rigorosamente in fila, come soldatini, disegnati con la china contro il cielo viola, scivolano veloci.
Sono diversi gli alberi in Inghilterra, più maestosi, più intricati, più intensi.

L'ultima luce si unisce al buio e vibrano di una finale fluorescenza i fiori sul verde, le pecore disegnano di pois i prati. Per un breve momento la vita ed il vuoto fanno pace, non si ha più paura di nulla.

Sunday, March 03, 2013

Memorie dal Sottosuolo





"Sono un uomo malato... Sono un uomo maligno. Non sono un uomo attraente.
Credo che mi faccia male il fegato.
Del resto, non me n'intendo un'acca della mia malattia e non so con certezza che cosa mi faccia male. Non mi curo e non mi sono curato mai, sebbene la medicina e i dottori li rispetti. Inoltre, sono anche superstizioso all'estremo; be', almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono sufficientemente istruito per non essere superstizioso, ma sono superstizioso). Nossignori, non mi voglio curare per malignità. Voi altri questo, di sicuro, non lo vorrete capire. Ebbene, io lo capisco. S'intende che non saprei spiegarvi a chi precisamente io faccia dispetto in questo caso con la mia malignità; so benissimo che anche ai dottori non posso in nessuna maniera «fargliela» col non curarmi da loro; so meglio d'ogni altro che con tutto questo danneggio unicamente e solo me stesso e nessun altro. Ma tuttavia, se non mi curo, è per malignità! Se mi fa male il fegato, ebbene, mi faccia pure ancora più male!"
"Forse io mi credo un uomo intelligente proprio e solo per questa ragione, che in tutta la vita non m'è mai riuscito di portare a termine nulla."
[Fëdor M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo