Sunday, July 19, 2009

Immobilità pavese


Oggi è rimasto tutto immobile,
tutto tremendamente illuminato da un sole spietato,
un sole che ha rischiarato anche gli angoli
che Pavia aveva dimenticato da manciate di anni.

Torpore, lentezza, ozio, ronzio.
Pietre legate alle gambe annaspanti
dei rallentati camminatori della domenica.

Un giorno di passaggio.
Mi sono nascosta dentro ad un capanno,
rinfrescato dalle pagine di Anna Karenina,
neve, treni, spifferi e distanze.
Sono scappata dal mio scomodo involucro.
Almeno per un giorno.

Riflessa in ogni singola altra persona,
come quando gli specchi non esistevano.
Ne avevo bisogno.

Sonetto XVII - Neruda

SONNET XVII


I do not love you as if you were salt-rose, or topaz,
or the arrow of carnations the fire shoots off.
I love you as certain dark things are to be loved,
in secret, between the shadow and the soul.

I love you as the plant that never blooms
but carries in itself the light of hidden flowers;
thanks to your love a certain solid fragrance,
risen from the earth, lives darkly in my body.

I love you without knowing how, or when, or from where.
I love you straightforwardly, without complexities or pride;
so I love you because I know no other way

than this: where I does not exist, nor you,
so close that your hand on my chest is my hand,
so close that your eyes close as I fall asleep.

Politica pop

"...il rapporto fra le istituzioni, i leader e gli elettori in tempo di democrazia dell'opinione. Quando i cittadini diventano pubblico. Spettatori. Le istituzioni e i leader: attori. I media: teatro. Quando i valori diventano slogan. Le politiche ed i politici prodotti da vendere. Quando il privato diventa pubblico. Perchè è esposto in pubblico. E ha valore pubblico. Quando il gossip: diventa linguaggio politico. E' l'epoca della "politica pop". E si rischia di scambiare la popolarità per la realtà. Identificare la realtà popolare con la realtà sociale. Peggio: con l'etica pubblica. E viceversa, immaginare l'etica pubblica come un dato. Mqa ciò che pensa e dice la gente, anche in larga maggioranza, non è "innato". Riflesso natura umana. Intanto perchè una minoranza, talora molto ampia, pensa e dice diversamente. Poi perchè a costruire l'opinione pubblica e la realtà sociale contribuiscono, in misura significativa le istituzioni, chi le rappresenta e governa...
Attraverso i media. Il fatto che l'intolleranza e la xenofobia montino a folate in modo non coerente con le tendenze dei reati e dei crimini. Non è un "fatto", ma un "risultato". ..
Si pensi all'esecrazione che, a seconda del periodo, investe i cani assassini, gli zingari, i romeni, gli albanesi. Gli islamici. A ondate...
La realtà sociale, inoltre, è spesso trasfigurata dall'iperrealtà...
Un ritratto quasi fotografico. Che si concentra su alcuni particolari. Li dilata oppure li riproduce in modo ossessivo. Così propone uno specchio tanto fedele quanto distorto. Riflette una prospettiva unilaterale della realtà...
tanto più oggi in Italia, dove i confini tra hi guida la politica, i media, il governo, sono tanto sottili e confusi che quasi non si vedono.Per questo ciò che il premier dice e non dice. Quel che fa e non fa. Anche in privato. Ha valore pubblico.
Forma - o deforma - i valori pubblici. E privati...
In questo "specchio unico"... si riflette e si dilata, ripetuta e dilatata all'infinito, l'immagine del Berlusconi-che-è-in-noi. fino a sovrapporla al nostro profilo. Un'idea che personalmente mi inquieta non poco."

Da "La Repubblica" di domenica 19 luglio 2009 - Ilvo Damanti

Wednesday, July 15, 2009

Quanto fatturare?

Il mio medico mi ha detto che il mio fisico secerne alti livelli di adrenalina di natura.
Non si riscontrano picchi durante gli aumenti di fatturato.
Forse sono diventata insensibile. Forse dovrei commuovermi davanti ai numeri.

Invece mi commuovo davanti ad una nonna che cerca di telefonare, le cade il cellulare, si apre in due parti, lei lo raccoglie a fatica dalle scale della metropolitana, dove piedi veloci la circondano, e lo fissa disperata.
Non sarà mai in grado di ricomporlo.

Forse quella nonna di cellulari ne ha altri cinque a casa e chiama i nipoti in conference call. Mi piace soltanto pensare che tutto sia malinconico a volte.

Diciamocelo, se aumentasse il fatturato, non voglio essere ipocrita, sarei molto più serena.
Forse non me ne preoccupo abbastanza o mi sfugge la mission aziendale.

Sì, mi sfugge la mission.
Non ho la vision.

Tuesday, July 07, 2009

Vederci chiaro



Di questi tempi pare che le strade siano diventate di gomma, che ad ogni passo i piedi sprofondino e si stanchino le gambe ad arrancare.
Pare che la meta si allontani perchè non è chiaro se quel punto tra gli arbusti all'orizzonte sia poi quello che si è raggiunto il giorno successivo, oppure sia quello dopo, perchè da lontano non si capisce mai nulla, da lontano sembra tutto uguale.

Avvicinandoci ci accorgiamo che quello che sembrava un sacco della spazzatura è in realtà un grosso cane nero morto. Che la splendida farfalla vista da sotto è una creatura mostruosa, una sorta di scarafaggio.

Con questo non voglio dire proprio un bel niente di particolare, ma soltanto che se vogliamo vederci in un modo, ci conviene immaginarci fortunati, così non scambiamo cani morti per sacchi della spazzatura.
Tutto qui.

Memorie del sottosuolo

"Io non solo non ho saputo diventare cattivo, ma non ho saputo diventare niente: né cattivo, né buono, né furfante, né onesto, né eroe, né insetto. Ed ora vivo nella mia tana facendomi beffe di me stesso, con la maligna e vana consolazione che d'altronde un uomo intelligente non può diventare sul serio "qualcosa", solo uno stupido diventa qualcosa. E' proprio così, l'uomo intelligente del diciannovesimo secolodev'essere, ed è moralmente tenuto ad essere, un uomo senza carattere. Un uomo di carattere, invece, un uomo d'azione, è un essere prevalentemente limitato."

"Memorie del sottosuolo" Fedor Dostoevskij