Monday, September 24, 2007

Il giovane Holden


"Il Giovane Holden" è un romanzo che mi ero ripromessa di leggere da ormai tre anni.
Ha catturato la mia attenzione la copertina bianca, con il titolo scritto in nero. Il libro mi guardava dallo scaffale con quella sicurezza da donna che non ha bisogno di orpelli.
Mi ricordava quei prodotti che nel supermercato postmoderno di Don DeLillo, in "Rumore Bianco", posseggono un'aura quasi spirituale: scatole bianche e nome del prodotto in nero.
"Il giovane Holden" in effetti si merita di essere definito il capolavoro che dicono.
E' la storia di un adolescente, ma è anche la storia di chi odia l'ipocrisia.
Salinger riesce ad essere un perfetto adolescente nel linguaggio, nelle inclinazioni, nei sogni, nell'incanto che riesce a carpire in alcune banalità, nei comportamenti.

Ho sempre avuto un debole per gli inetti, i disillusi, i cinici, come lo squattrinato scrittore Arturo Bandini di "Ask the Dust" nella sua squallida stanza di hotel, come il protagonista di "Memorie del Sottosuolo" impiegato inconcludente a disagio con sè stesso e con gli altri, o come il protagonista di "Illusioni" di Paul Auster, cinico, ma per accadimenti specifici.
Gli antieroi, i perdenti, gli uomini superflui, come li definiscono in letteratura russa, mi attraggono.

"Vi giuro, signori, che l'essere troppo consapevoli è una malattia, un'autentica assoluta malattia" da "Memorie del Sottosuolo".
Non vorrei disturbare
l'universo. Gradirei,
se possibile, sconfinare
in silenzio col passo lieve
dei contabbandieri
o come quando
si diserta una festa.
(Primo Levi)

Tuesday, September 18, 2007

Friday, September 14, 2007

Ricordare



Un altro sasso mi è scivolato ed è precipitato lentamente sul fondale della mia memoria.
Le acque sono profonde circa trenta metri, ho paura di non riuscire a recuperare anche questo ricordo.
Quello che ricordiamo è altro da ciò che è accaduto.
Ciò che si è concluso non si può recuperare.
Adoro arricchire alcuni episodi marginali di particolari divertenti e scordare i momenti che nel tempo si dilatano ed hanno chiare conseguenze oggi, quelli che sono esplosi lasciandoci shegge infilate per tutto il corpo.
Dimenticare è tremendo?
Incontro una compagna delle superiori che mi parla di cose che non ricordo.
Sono mai stata alle superiori?
Dovrei fermarmi a ricordare? Non credo.
Insomma, non è obbligatorio. Forse non è neanche costrttivo.
L'introspezione prolungata dopo l'adolescenza è nauseante e vischiosa.
Gli psicologi dormono dietro di noi e noi vomitiamo parole.
Ogni psicologo che si rispetti ha un sacchetto di risposte e mentre noi ad occhi chiusi attendiamo la chiave della felicità, lui ne estrae una a caso: "devi tagliare il cordone ombelicale" o "stai cercando la figura di tuo padre, non un compagno", ecc...
Da piccola credevo che dopo la morte ci avrebbero fatto rivedere una sorta di film della nostra vita in tempo reale, insomma avremmo avuto dopo tutto il tempo necessario per rifletterci.

Tuesday, September 11, 2007

Qualcosa di abrasivo,
spunta dalle giornate
a colori e forme,
prismatico accecante ed aspirante.

Qualcosa di nascosto
tra il primo ed il secondo cassetto
della liscia scrivania.

Qualcosa che si è incastrato tra l'aria
e l'epidermide, tra i binari ed il treno.

Friday, September 07, 2007



Sembra una persona precisa, metodica e tranquilla.
Non è vero. Non è mai vero niente.

Per trovare un equilibrio si deve squilibrare.
Grida in sordina.
Grida a squarciagola da un sè che è altro.

Mi porto in spalle William Blake


O rose, thou art sick!
the invisible worm,
that flies in the night,
in the howling storm,

has found out thy bed
of crimson joy:
and his dark secret love,
does thy life destroy