Saturday, April 11, 2015

Dimenticare le trame


Negli anni passati ho letto voracemente moltissimi libri.

Avrei potuto approfondire aspetti degli ultimi due lavori che ho avuto per fare carriera, per rivendermi sul mercato, invece quando avevo un attimo libero desideravo soltanto leggere, lasciarmi trasportare dalle onde delicate e avvolgenti del linguaggio.
Avrei potuto almeno leggere in inglese per migliorare la lingua che uso quotidianamente, la lingua di mio marito.
Invece ho letto in italiano per non perdermi le sfumature.
Perché sono per il godersi la vita, per il lavorare quanto basta e dedicarsi a quello che rende l'esistenza degna di essere vissuta. Amo anche buon cibo. L'acqua. Il sole. La musica. L'arte.

Di tutti questi libri che ho letto però mi è sfuggita di mente la trama, spesso il nome dell'autore, il titolo del romanzo.
Se non li avessi acquistati quasi tutti e non fossero seminati per la casa, non credo mi ricorderei di aver letto così tanto.

Da un anno è nato il mio piccolo bambino che mi sta appiccicato notte e giorno. Ci separiamo soltanto dodici ore a settimana, quando va all'asilo.
Della mia vita precedente mi manca soltanto la lettura.
Vorrei avere una tasca spazio temporale in cui scivolare durante il giorno, infilarmi lì e leggere un pochino, poi tornare al tempo reale e non perdere i minuti preziosi che passo col piccolino.

Riesco soltanto a rileggere libri la sera, talvolta.
Rileggo romanzi perché a leggerne di nuovi mi perderei. A volte non mi ricordo quanti anni ho. Seriamente.
Ora sto rileggendo l'"Idiota" di Dostoevskji che ho sempre citato come la mia opera preferita. Anche perché fa molto cool.
L'avevo talmente idealizzato e mescolato ai saggi letti che la trama me l'ero completamente dimenticata.
Non lo ricordavo così il principe, l'idiota.
Il principe ha le virtù di un Cristo, ma la sindrome del "figliol prodigo".
Ha gli occhi ed il cuore di un fanciullo ed una cultura che non ostenta.
Attacchi epilettici che vengono descritti magistralmente come momenti di estasi mistica e non compresi dalle persone che lo circondano.
È come la carta dei tarocchi del Matto che oscilla tra genio-profeta e folle, la cui interpretazione dipende dal contesto. Spesso il matto è tale perché circondato da mediocri superficiali.
Purtroppo il principe non è compreso dall'alta società russa, la sua energia spirituale viene recepita come idiozia. Così va il mondo.

A proposito di tarocchi.
Anche "La danza della realtà" di Jodorowskji l'avevo idealizzata.
Una autobiografia di un personaggio controverso che per me è stata ispiratrice.
Come ho fatto però a non accorgermi del maschilismo imperante?
Della sua sete di protagonismo, celata dall'insegnamento spirituale, dettata dalla pura invidia di non essere donna, di non poter partorire?

Si cambia, si cresce, a volte i libri maturano con noi, altre volte li dobbiamo abbandonare.

Consiglio di rileggere i libri.

"Una civiltà letteraria non è fatta di letture, è fatta di riletture. Ci sono generazioni che hanno conseguito una dignità duratura leggendo e rileggendo un solo libro, la Bibbia. [...] Il rileggere è un alleanza discorde: insieme ritrovare, riconoscere e scoprire; trovare cioè che la lettura precedente, o anche più letture, non ci avevano rivelato. [...] La prima lettura può anche essere un innamoramento; ma esistono delizie di amorosità mentale che si abbandonano solo dopo anni di solidarietà. [...] Nel cuore del grande libro sta il nulla più prezioso, irripetibile. Per accedere a questo nucleo fatale, inafferrabile, in bilico squisito tra esistere e non esistere, occorre rileggere, camminare per strade che crediamo di conoscere." Giorgio Manganelli