Tuesday, May 23, 2006

Domenica soffoco

La domenica mattina porta con sè il fastidio del risveglio, la sensazione di dover fare qualcosa di estremamente divertente, cercare di cambiarsi la vita attraverso idee geniali che solo la domenica trovano spazio, riposare il più possibile e dedicare tempo agli amici.
La domenica inizia sempre male.
Da piccoli bisognava andare a messa, mia madre mi portava in Chiesa e poi tornava a dormire: per anni ha continuato a raccontarmi balle, la cercavo tra la gente, niente.
Domenica ci siamo svegliati male.
Catechismo, mal di stomaco.
Mi sono svegliata con un ovosodo di struzzo in gola, fermo lì, immobile.
Al bar le brioches erano finite, solo frolle, maledette frolle troppo dolci, nauseabonde.
La ripresa nel pomeriggio.
Sole cocente soffocante sunbeams, sunbean, fagiolata di sole.
Da piccola il pomeriggio di domenica era per me sempre una promessa di portarmi al faro con Virginia, sempre delusa.
Lo zoo di Pombia, Gardaland, castelli, campagne, mari, una costante promessa mai mantenuta di gite in macchina, visite, circhi: finivo sempre chiusa in casa, mia madre giustificava mio padre che non poteva mettersi alla guida con la pioggia, male al piede, vento, partite...
Mio padre ama l'immobilità, odia il rischio.
La festa del paese di Gerenzago: un paese piano, bancarelle piane, nonne infiocchettate nei cortili.
Sbandieratori con abiti in velluto e risotti sotto il sole cocente, tra articoli da mercato ritrovabili in ogni città d'Italia e mostre di foto di altre feste mai riuscite in palestre di scuole.
Concerto finale al parco della Vernavola, musica e bagno di vapore di salamella.
Sono andata sull'altalena e ho guardato il cielo-nuvole con il mio super amico Davide.
Beata domenica.

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