Thursday, April 24, 2008

La notte dei nonni

Si è fatta tarda notte. Notte, molto tarda.
Sono andati tutti via: sono andati tutti quanti a dormire.
Tutti quanti chi?
Nessuno ha portato via i resti della cena da questa lunga, instabile, stretta tavola bianca: mollica di pane imbevuta di vino rosso, briciole e briciole e briociole, macchie di sugo, piatti accatastati con panna montata, ossa di coniglio, burro secco, tovaglioli sull'erba, mozziconi nei piatti, bicchieri bianchi, gialli e blu.
Le le lucine colorate sono accese, l'erba è umida ed inizia a fare freddo.
A quest'ora l'erba verde sembra viola, sembra più intensa.
Mistica erba, alberi nero-argento ed in alto fruscio di foglie: leggio del vento.
Brivido. Capogiro. Mi appoggio alla sedia.
Non so esattamente dove mi trovo. Non so esattamente chi sono. Cosa faccio qui?
Un nodo in gola. Mio figlio era qui prima.
I nipoti erano qui, erano piccoli e li portavo al mare: la focaccia e le giostrine. Questa sera: quei signori. Sono loro? Uno studia in un'altra città.
Mio marito non c'è. Mio marito dov'è?
Voglio tremendamente tornare a casa, tornare a casa, tornare a casa. Da mia madre, lei mi stringe forte, quando ha tempo per me. Le sue polpette, che buone.
Si è fatto tardi.
Mio marito è morto. E' morto? E il funerale? Ricordo un rinfresco e la sorella.
Qualcuno abitava con noi un tempo, un signore della banca, un signore solo e dormiva con...
Mi dicono di scrivere per mantenere allenata la mente, di guardare meno televisione, di leggere il giornale: rieccomi sono tornata.
Stavo spazzando per terra, quando...Che figuracce!
Devo soltanto rientrare in casa e capirò di chi è questa casa.
Mi dispiace, sono ridicola.
"Mamma vieni dentro, fa freddo, ti prendi un accidente!"
Mamma? Non sono sola, ora vado dentro e faccio finta di niente.
Che fame, ma avrò mangiato anch'io? A me non hanno dato niente, mi vogliono del male.
Mangio quella fetta di torta avanzata, un attimo e poi vado dentro, mi vogliono far morire. Gente malvagia.
Stai tranquilla. Chi l'avrebbe mai detto? Tutti contro di me.
Ecco il cane, già il cane: "Glenda, vieni qui, hai fame?"

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