Friday, August 29, 2008

Castelli di rabbia

"Perché è così che ti frega la vita.
Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine,
o un odore, o un suono che poi non te li togli più.
E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri
da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva."

"Il sesso cancella fette di vita che uno nemmeno si immagina. Sarà anche stupido, ma la gente si stringe con quello strano furore un po' panico e la vita ne esce stropicciata come un biglietto stretto in un pugno, nascosto con una mossa nervosa di paura. Un po' per caso, un po' per fortuna, spariscono nelle pieghe di quella vita appallottolata mozziconi di tempo dolorosi, o vigliacchi, o mai capiti. Così."

"Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca,
che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare,
allora non c'è verso di spiaccicare una sola parola,
non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro,
ingoiato da quei dannati singhiozzi,
naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime.
Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire...
E invece niente, non esce fuori niente.
Si può essere fatti peggio di così?"
"Castelli di rabbia" Alessandro Baricco


Non avevo mai letto un romanzo di Baricco, credo ne leggerò altri.
E' lampante la sua dote: e' uno scrittore.
L'unica nota stonata è che filtra dalle pagine del romanzo una velata volontà di dimostrare di essere uno scrittore bravo, di usare certe immagini (sentite o non
sentite?) per stupire. Non dovrebbe averne bisogno.

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