Wednesday, October 22, 2008

Francoforte



Una linea continua di un segnale del codice a morse: nè punti, nè virgole.
Un lungo tratto, dal mattino all'una di notte-stazione-marciapiede-aria fresca.

Poi, improvvisamente il tempo si è interrotto, all'una e cinque, stazione Centrale di Francoforte: non c'erano le persone, non c'era l'autobus.
La linea si è spezzata.
Rumore bianco, rumore bianco, rumore bianco.

Trovo soltanto un tavolo lungo, senza sedie, all'interno di un supermarket minuscolo, dove si sposta senza movimento un peruviano. Il commesso ha una pettinatura a caschetto ed un sorriso sognante, impila dei Kit Kat initerrottamente, incantato.
Ecco le persone che si muovono rimanendo ferme.
Il tempo scorre ed io non me ne accorgo.

Quando siamo soli e senza riferimenti il tempo cessa semplicemente di esistere.
Arriva l'autobus alle due e mezza e si riapre il movimento, riprende a scorrere il tempo.
In aereo siedo e sperimento un grosso punto esclamativo, delirante.
L'aereo decolla ed esclama.

Il tempo ancora,
il tempo ancora ed ancora,
ancora, ancora, ancora,
è rimasto appeso:
tra uno sgabello, un tavolo ed il neon.

Non ha aperto lo sguardo a visioni.
Assenza. Segnale occupato.

Finchè è passata una bicicletta...
e ci siamo voltati.

Tra un container ed una sigaretta,
sono scivolata ancora sulla superficie delle cose.

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