Sunday, October 04, 2009

Domani nella battaglia pensa a me

"Domani nella battaglia pensa a me e cada la tua spada senza filo.
Domani nella battaglia pensa a me, quando io ero mortale, e lascia cadere la tua lancia rugginosa.
Che io pesi domani sulla tua anima, che io sia piombo dentro il tuo petto e finiscano i tuoi giorni in sanguinosa battaglia.
Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori."
Shakespeare - Riccardo III

Il titolo del romanzo di Marias, letto sotto il sole cocente, è anche e sopratutto una frase tratta dal Riccardo III di Shakespeare: la maledizione che la regina Anna scaglia contro il re che l'ha fatta uccidere.

Il romanzo si apre e si chiude con scene che sorprendono: due fatti come due punti esclamativi tra una marea di virgole.
Il protagonista si trova a cena da una conoscente trentenne, il marito di lei è all'estero per lavoro; i due iniziano a flirtare, ma, durante l'approccio, inaspettatamente, la donna muore.
Il protagonista osserva passivamente il lento arrivo della morte, dopodichè esce dalla casa senza avvertire nessuno, chiudendosi la porta alle spalle, assicurandosi soltanto di lasciare del cibo per il bambino di due anni che dorme nella stanza accanto.

Il tempo inizia a ruotare in circolo e sembra che non accada nulla sino alla fine. Soltanto al temine del romanzo si dipanano i fili di un'altra storia: in realtà non accade qualcosa, soltanto una storia viene confidata al protagonista da un personaggio, un'urgenza dettata dalla necessità di liberarsi da un peso.
Nulla accade, qualcosa viene raccontato.
Il tema centrale di "Domani nella battaglia pensa a me" non è però la morte, anche se protagonista dei due episodi centrali, ma l'inganno.
Non la disonenstà, ma l'impossibilità di essere chiari, perchè le parole ed i racconti dei fatti cambiano gli accadimenti, perchè quello che è passato viene mutato nei racconti.

Si susseguono ragionamenti labirintici del protagonista e una serie di supposizioni sulle persone. Ogni pensiero ossessivo dell'uomo è descritto, ripreso, fotografato e sviscerato.
Talvolta alcuni pensieri sono ripresi troppe volte. Forse è per dare l'idea dell'ossessione, però talvolta risulta quasi fastidioso.

Secondo Marias siamo tutti quanti destinati a convivere con l'inganno, si tratta di un piccolo inganno, dovuto sopratutto al fatto che non possiamo mai essere la stessa persona.
Inoltre dovremmo avere una memoria non umana, per essere sempre coerenti con le cose dette e fatte in passato.

«Di quasi nulla resta traccia, i pensieri e i gesti fugaci, i progetti e i desideri, il dubbio segreto, i sogni, la crudeltà e l'insulto, le parole dette e ascoltate e poi negate o fraintese o travisate, le promesse fatte e non tenute in conto, neppure da coloro a cui sono state fatte, tutto si dimentica o si estingue...».

«(...)Insomma, noi persone forse consistiamo tanto in ciò che siamo quanto in ciò che siamo stati, tanto in ciò che è verificabile e quantificabile e rammemorabile quanto in ciò che è più incerto, indeciso e sfumato, forse siamo fatti in ugual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere».

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