Thursday, October 15, 2009

Lei così amata - Mazzucco



Ho da poco terminato di leggere "Lei così amata", biografia di Annamarie Schwarzenbach, di Melania Mazzucco.
Ho cercato alcune immagini di Annamarie su Google, per capire come mai tutti fossero conquistati da lei, come mai tutte le persone che attraversarono la sua vita rimasero attratte da questo efebo: in effetti era così ambigua e leggera da essere bellissima. Poteva essere un uomo o una donna.
Scrittrice, fotografa, intraprendente viaggiatrice, ricchissima, colta e bella, ma anche drogata, omosessuale, ribelle, ingrata, perennemente spaesata e viziata.
La storia di questa donna è avvincente e pare assurdo che abbia vissuto così intensamente e lasciato un ricordo così marcato, pur essendo morta a soli trentaquattro anni.
Figlia di uno dei più ricchi industriali della Svizzera, Annamarie era colta e bella, ma non poteva sfuggire alla forza autodistruttiva che la spingeva verso l'inevitabile rovina.
Cercò l'equilibrio per tutta la vita, lo rincorse lontano dalla soffocante famiglia borghese e dai luoghi sereni, ma statici, della sua nascita, lontano dagli orrori della guerra che imperversava in Europa, lontano verso paradisi artificiali di morfina ed ubriachezza, sempre più lontano, finchè perse del tutto anche sè stessa, le sue parole, i suoi ricordi, il contatto con la realtà, il suo corpo, la vita.
Amica dei fratelli Mann, figli dello scrittore, viaggiò molto con loro, ma viaggiò anche sola nel cuore dell'Africa, dove nessuna donna sola si era mai spinta, sposò un amico per convenienza, visse anche in Oriente, in America e scattò foto di notevole valore antropologico.
Cercò la morte per tutta la vita e la morte arrivò beffarda a seguito di una banale caduta in bicicletta, in Svizzera.
Ed aveva soltanto trentaquattro anni.

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