Tuesday, January 05, 2010

"Il lamento del prepuzio", Shalom Auslander



"Quando ero piccolo i miei genitori mi parlavano di un uomo che era molto potente...
Gli insegnanti della mia gioventù non ci sono più, i miei genitori non ci sono più...il tizio di cui mi parlavano però è ancora in circolazione. Non me lo scrollo di dosso. Ho letto Spinoza. Ho letto Nietsche. Ho letto il "National Lampoon". Non è servito. Vivo con lui ogni giorno e lo scruto: è ancora arrabbiato, ancora vendicativo, ancora - eternamente - incazzato.
'L'uomo fa piani - dicevano i miei genitori - e Dio se la ride'.
'Quando meno te l'aspetti - ammonivano i miei insegnanti - aspettatelo'.
E io così faccio. Per tutta la giornata, un festival di film dell'orrore senza fine si dipana nella mia mente, il mio Grand Guignol privato. Non c'è un'ora che passi senza una raccapricciante, orripilante fantasia di morte, angoscia e tormento.
Mentre cammino per strada, mentre faccio il pieno di benzina.
Amici che muoiono, persone care che vengono assassinate, cani e gatti di casa investiti da un camion della nettezza urbana e uccisi."

"Samuel Beckett fu spesso accusato di essere un pessimista, accusa che lui respingeva. In realtà, lui ragionava, quelli che vengono definiti pessimisti sono i veri ottimisti - se non fosse per la loro certezza che il mondo, per quanto orribile, può essere migliorato, non si sprecherebbero nemmeno a sollevare la questione. Gli ottimisti, continuava, sono i veri pessimisti, in quanto sono talmente convinti dell'irreparabilità della situazione da ridursi a fingere che non ci sia niente che non va."

"Il lamento del prepuzio" - Shalom Auslander

No comments:

Post a Comment