Monday, November 10, 2014

Giorno del ricordo



Sono uscita domenica per una passeggiata pomeridiana ed un caffè ad Oakham con la mia compatriota.
Oakham è un paese addormentato. La domenica le strade si svuotano.

Ho incontrato la mia amica di fronte alla chiesa e ci siamo guardate intorno tra il sorpreso e l'allarmato: la situazione ci è parsa a dir poco surreale.
La via era bloccata, c'erano poliziotti ovunque, pompieri e altri rinforzi non identificabili.
Uomini in divisa controllavano ogni singolo tombino con le torce.
"Staranno cercando qualcosa!"
"O qualcuno!"
Che evento.
Non riuscivo a contenere la mia curiosità.
"Io chiedo" dico alla mia compare.
"È il Rimembrance Day" mi dice il poliziotto, "tra poco ci sarà la parata, ora sono in chiesa".

"Ricordati che alle undici ci saranno dieci minuti di silenzio" mi aveva detto  il marito inglese sulla porta. Ma non ci avevo più pensato.
Era la domenica più vicina all'undici novembre, giorno in cui si ricordano i caduti della prima guerra mondiale, e di tutte le guerre.
Per commemorare si usa indossare un papavero all'occhiello, di carta, stoffa, lana.

La Gran Bretagna in questi giorni è in allarme rosso anti-terrorismo, pare abbiano trovato un gruppo con esplosivi che pianificava un attentato in occasione dell'evento.
La scena rimaneva alquanto assurda.
Allarme rosso a Oakham?  Il paese più tranquillo del mondo. A poche miglia c'è una base militare.
Certamente se non ci pensavo al terrorismo, me l'hanno ricordato.

Poi dalla chiesa è uscita un'ondata di militari, anziani e giovani, e si sono messi tutti in riga, con la banda davanti. In fondo alla fila c'erano i cadetti e dietro ancora dei bimbi delle elementari, tutti con le loro uniformi.
Che strano vedere i militari uscire dalla chiesa.
Guerra e religione insieme mi fanno un certo effetto.
Molto negativo direi.
Ed due preti per mano con le mogli.
Anche questo mi ha fatto un certo effetto, positivo direi.
Sarebbe ora di vederli anche in Italia quelli.

La mia amica è tornata a casa ed io ho seguito la parata.
Mi sono ricordata.

Del fratello di mia nonna Albina, disperso nel Volga.
Sua madre ha continuato a lasciargli il letto fatto tutta la vita.
Di mio nonno Romano, combattente e poi prigioniero degli americani, ma sopratutto vittima della Guerra. È tornato, ma suo figlio aveva già due anni, ed avrà visto cose che non avrebbe dovuto vedere.
Raccontava della guerra solo piccoli episodi.
Ha mangiato sardine per un anno.
Dalla Corsica è tornato in Piemonte a piedi.
Gli hanno detto che la guerra era finita e poteva andarsene in ritardo.
Gli americani dicevano sempre "son of bitch" che mi ha chiesto gentilmente di tradurgli.
Gli americani gli hanno regalato cicche e cioccolato bianco.
I dollari che aveva guadagnato glieli hanno rubati per strada mentre dormiva.
Ha camminato per Montecassino, dopo la tragedia.
Mia nonna ha dovuto bruciargli tutti i vestiti.
Il resto se lo teneva per sè.



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