Wednesday, January 02, 2008

"Il coperchio del mare" Banana Yoshimoto


Il libro non mi ha entusiasmato molto.
Leggevo Banana Yoshimoto durante il primo anno di università.
Ero appena tornata da un anno a Londra in cui mi ero divertita all'eccesso, avevo divorato la vita, dormito pochissimo, mangiato malissimo, conosciuto tantissima gente.
In un bilocale troppo luminoso, a Pavia, leggevo "Sonno Profondo" e mi rispecchiavo nella protagonista che soffre di improvvisi colpi di sonno. Era il periodo in cui gli occhi mi si chiudevano automaticamente ovunque.

"Il sonno viene come l'avanzare della marea. Opporsi è impossibile."

Leggevo poi "Lucertola", "Kitchen" ed "N.P." voracemente.
Dieci anni dopo mi regalano quest'ultimo libro dell'autrice e ne rimango delusa.
Apprezzo l'amore per le piccole cose, ma qui sembra forzato; rimangono i tratti da fumetto manga nel descrivere le persone, che trovo molto originali e ad effetto.
Però qualcosa non mi convince: la trama è semplice, quasi inesistente, ma spesso gli scrittori più dotati creano immagini e situazioni indimenticabili da accadimenti ordinari.
Qui invece qualcosa si perde, ho come la sensazione che Banana Yoshimoto sia stata obbligata a scrivere un libro, come un tema a scuola, che avesse tre belle cose
da dire, per cui avrebbe scritto una novella molto carina, invece l'hanno obbligata a scrivere un romanzo...
Trovo che Haruki Murakami sia un ottimo scrittore, molto più giapponese, alcune delle sue simbologie sono squisite: i pozzi e gli uomini vestiti da pecora ad esempio.

No comments:

Post a Comment