Sunday, September 19, 2010

Vento furioso

Spesso mi chiedono se non ho paura ad abitare in un cimitero.
Dico sempre di no.

In effetti non ho paura.

Una sera, pero', ero a casa da sola e si alzo' improvvisamente un vento furioso: si mise a scuotere le cime degli alberi, a far traballare le grondaie a far svolazzare carte e recipienti abbandonati.

Ero a letto, sotto le coperte, soltanto il viso fuori, pronta ad abbandonarmi tra le braccia di Morfeo.
Mi ero scordata di chiudere le tende della finestra di fronte al letto.
La luce della luna era fioca e dalla finestra intravedevo la sagoma della cappella in fondo alla via, gli alberi, non le tombe.
Colta da una pigrizia indiscutibile lasciai le tende aperte e mi convinsi che la vista del paesaggio esterno non avrebbe turbato il mio sonno.

Il vento inizio' ad arrabbiarsi sempre di piu', a far tintinnare le cantene del cancello, a far tremare i vetri, la casa scricchiolava.

Per un attimo il vento spari' ed iniziarono a sentirsi i lamenti di tutte le anime, imploranti, sofferenti, arrabbiate, disperate.

Questo duro' trenta secondi.
Per altri trenta secondi mi chiesi se chiudere le tende sarebbe stata una mossa furba o sarei morta nel percorso di quei tre metri.
Accesi la luce e chiusi le tende di corsa, risaltando nel letto.

Mi rituffai tra le braccia di Morfeo e chissa' quali terribili sogni feci, fortunatamente al mattino non li ricordai.

3 comments:

  1. fresia...qui bisogna trovare il modo di far fruttare questa tua vena letteraria, che questo blog è favoloso! ora non ho ancora capitto come, ma un modo lo devo trovare!
    come avevo già detto, "se rinasco mi sposo la fresia!" ahaahahhaha

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  2. Leggendolo ho avuto l'impressione che tutto ciò fosse durato un'eternità, non pochi secondi. Ma giustamente quanto sono dei secondi nella vita di una farfalla?

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  3. Alfred, ti ringrazio my darling. E tu ti sposi o no? Fai dei pargoli?
    Il tempo e' relativo Ric, quanto e' vero! Quanto era nel giusto nonno Einstein!

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