Saturday, January 12, 2013

Jeff e la stazione





Sono pendolare da sei anni. Prima era Pavia-Milano, ora si tratta di Oakham-Peterborough.
Le stazioni, i passeggeri, gli orari, i treni, le conversazioni, i bar, mi fanno ripensare all'Europa, a quanto siamo diversi.
A Oakham la stazione e' minuscola e curata, ci sono vasi di fiori, un signore con una sorta di roulotte che vende panini alla pancetta, te' e caffè. Tutti stanno ad almeno un metro e mezzo di distanza dalla persona vicina e nessuno parla.
In Italia si può fumare sui binari, la gente parla, i panini sono quelli dell'autogrill, grazie a Dio esiste il prosciutto, devi obliterare il biglietto, ci sono i graffiti sui treni e quegli strani individui che lavorano per Trenitalia.

Alla biglietteria di Oakham c'era Jeff. Sempre e solo Jeff. Dietro a lui, appesi al muro, troneggiavano premi per il miglior servizio clienti dagli anni 80 sino al 2011.

Arrivo sempre un quarto d'ora prima del treno, alle sette e mezza.
Quando c'era Jeff, a quell'ora bagnava i fiori, svuotava i cestini dei rifiuti, spazzava per terra e dava da mangiare al gatto. Le chiavi della sala d'aspetto tintinnavano nelle sue tasche e le persone si allineavano alla biglietteria, ma lui prima si dedicava alla pulizia ed alla manutenzione della sua amata stazione.

Quando ho acquistato il mio primo abbonamento ho spazientito Jeff perché non conoscevo i dettagli delle tariffe e devo avergli sconvolto la tabella di marcia con quelle due domande sull'autobus e sulla differenza tra settimanale e mensile. Sotto la barba bianca le labbra si erano irrigidite, avrà maledetto tutti gli immigrati di Oakham (quattro?) poi abbiamo risolto la faccenda.
Una volta Jeff ha sgridato dei clienti perché stavano sporcando di neve un punto del binario che aveva appena pulito.
Il gatto e' finito sotto un treno, mi hanno detto.

Quest'anno Jeff e' sparito. La prima settimana ho pensato che se ne fosse andato in vacanza, probabilmente su un treno a vapore. Poi ho pensato ad una malattia.
Infine l'idea della morte di Jeff mi ha sfiorato. Abitando nel cimitero di Oakham ho buttato un occhio ai funerali durante la settimana successiva in cui ero a casa da lavoro. Niente.

Circa un mese dopo, sul binario numero due, chi conversava beatamente con il controllore alle nove e trenta della sera? Jeff.
In un attimo tutto si è chiarito: Jeff e' andato in pensione.
Non pensavo che Jeff potesse sopravvivere senza la stazione, infatti a quanto pare bazzica sempre nei dintorni.

Giovedi' esco di casa e chi trovo non lontano dalla porta? Jeff.
Ho cercato di ignorare la mia istintiva timidezza e l'ho salutato, gli ho persino chiesto come andava, dovevo farlo.
Mi ha confermato di essere in pensione e mi ha raccontato che ora che ha tutto questo tempo può per esempio girare per Oakham, cosa che non è mai riuscito a fare prima.
Poi però mi ha detto che sai e' iscritto ad un associazione di gente che come lui ha lavorato con i treni in passato, fanno gite con treni a vapore, progetti di restauro di vecchi treni e cose del genere. Mi sono sentita più tranquilla.

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