Friday, January 04, 2013

Non temiamo l'Apocalisse

L'attesa della fine del mondo prevista dal calendario Maya non mi ha particolarmente turbata, una certezza non mi ha abbandonata: sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa, io sarei stata a lavoro il 12 dicembre e pure il 31, ed anche il primo gennaio.
Dalla mia postazione ho il privilegio di poter contemplare BBC news sottotitolato, il volume muto. Se l'Apocalisse arriva la notizia non mi può sfuggire.
La nostra azienda ha
un piano di emergenza per i dipendenti per ogni evenienza: da un semplice black-out ad una catastrofe naturale. No, non intendo un'uscita di sicurezza o dei muri antisismici, intendo un vero e proprio progetto per continuare a farci lavorare anche se il mondo sta cadendo a pezzi.
Ho avuto l'onore di prendere parte ad una simulazione alcuni mesi fa.
Nella campagna inglese, accanto ad un eliporto, si trova la nostra salvezza.
Il giorno della simulazione un tassista ha prelevato me, con un gruppo di cinque colleghi, e ci ha scaricato a circa 15 miglia, all'eliporto in questione.
Dopo aver vagato per alcuni minuti senza capire cosa avremmo dovuto fare, abbiamo trovato un telefono, all'interno di una scatola, come una cassetta della posta americana.
La collega più coraggiosa ha alzato la cornetta ed una voce robotica ha prontamente detto: "Please come in."
Davanti a noi si è aperto un cancello automatico e noi stupefatti e vagamente inquietati ci siamo trovati di fronte ad un bunker originale della seconda guerra mondiale ristrutturato e ridipinto completamente di nero.
All'interno moquette rossa stile 'shining' e tre dipendenti palesemente non abituati a comunicare, ma pronti per una terza guerra mondiale.
La nostra società affitta uno degli uffici all'interno del bunker, sinistramente identico a quello in cui lavoriamo, soltanto ristretto. I computer contengono non soltanto il software che utilizziamo, ma sono aggiornati con tutti i dati sui clienti ed i servizi che eroghiamo con uno scarto di poche ore.
All'interno del bunker i bagni sono dotati di dentifrici e persino di assorbenti interni, esterni, con e senza ali. In cucina scorte di scatolame. Un calcetto per svagarsi, una mini palestra.
Questo scenario mi ha inquietata più del timore della fine del mondo.
Quello che più mi ha inquietata e' stata l'assoluta certezza che qualsiasi cosa accada, continuerò a lavorare.

1 comment:

  1. Anonymous10:38 AM

    Ne sono certo, anche durante l'apocalisse tu saresti in vacanza!!! BUON ANNO!!!

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