Monday, September 09, 2013

Staccare la spina


Al ritorno dalle vacanze c'è chi si chiede se ha fatto abbastanza chilometri in bicicletta, se si è abbronzato a dovere, se si é accoppiato con qualcuno di interessante a livello qualitativo o se quantitativamente le conquiste possono essere soddisfacenti in vista del letargo invernale, se i luoghi esotici erano all'altezza delle aspettative, se si è riusciti a trovare luoghi sufficientemente diversi da quello di provenienza o se ci si è ritrovati.
Tanti si chiedono: "Ho staccato veramente la spina dal lavoro?"
Per una come me, che la spina al lavoro non l'ha mai attaccata, sarà che non ho il trasformatore giusto, non è così centrale staccare.
Stacco ovunque, scivolo via, e torno.
Pas de problemes.
In vacanza volevo leggere "La ricerca del tempo perduto" di Proust ed anche questa volta ho perso in partenza prima di chiudere la valigia.
Erano cinque anni che mi ripromettevo di comprare il classico tomo, lo trovavo sempre in edizioni troppo costose o con più volumi, c'era sempre una scusa.
L'ho finalmente ordinato su Amazon, in edizione scontata: un volume unico.
Prima di partire l'ho fissato per un po', non volevo sgualcirlo in piscina, mi vedevo scomoda su una sdraio o a letto con questo mattone che non si può piegare in due. In fondo mi inquieta.
Mi aspetta sullo scaffale.
Prima o poi potrò citare la madeleine con diritto.

Invece ho portato in viaggio con me:
- "Mattatoio n.5" di Kurt Vonnegut, l'ho riletto, geniale, superbo.
Dalla fisica quantistica alla strage di Dresda, dovrebbero farlo leggere a scuola insieme (o al posto?) dei Promessi Sposi.
- "Finzioni" di George Louis Borges, non sono nemmeno all'altezza di esprimere un parere. Stile inimitabile, originalità di pensiero, contenuti metafisici, lasciamo stare. Una volta un mio amico mi ha consigliato di lasciar perdere. "Leggi i libri e scrivi le cose tue, ma non commentarli, sembrano i temi della scuola." Mi ha detto così. Io non li ho più commentati.
Lui fa il giornalista per una rivista di real estate commerciale e ama camuffare frasi delle canzoni di Elio tra gli articoli che sono un tripudio di statistica e dati. Ama anche ripetere la parola tripudio e tante altre parole astruse. Non ama la chiarezza.
- "L'amante" di Marguerite Duras. Una famiglia, quella dell'autrice, da mandare in blocco in cura da uno psichiatra. Poetico, coinvolgente.
- "Il re Pallido" di Wallace, lo sto leggendo ora, non saprei che dire ancora, non ancora.
Non sapevo che fosse l'ultima opera dell'autore. L'ha risistemato, ha scritto due pagine di addio e si è ucciso.

La Repubblica, Il Corriere, Vanity Fair, Donna Moderna, Io Donna e....ebbene sì, lo ammetto, ho pure comprato: "Chi". Che vergogna. Volevo dei pettegolezzi, ma la Santanchè osannata, quello mi fa veramente venire l'orticaria. Puro pregiudizio non lo nego, ma me lo tengo.

Prima di partire ho letto "Il signor Mani", lo consiglio.

A casa mi aspetta "L'Idiota" di Dostoevskij da rileggere...avrà la precedenza su Proust? Non so, non voglio per l'ennesima volta programmare e non rispettare i mondi in cui andrò a finire.
Certo, perché è lì che vado quando stacco la spina, mica in vacanza.

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