Saturday, December 07, 2013

Addio testa fra le nuvole


Alla veneranda età di trentasei anni mi sono finalmente lanciata nel mondo della guida. Da circa un mese ho abbandonato il treno, mezzo di trasporto e di lettura, meditazione, contemplazione del paesaggio, ho girato le spalle al millepiedi di ferraglia che permette di gozzovigliare e dormire, per entrare nel mondo del viaggio attivo, responsabile, libero da orari precisi, il mondo dell'auto.
Sono fiera di aver raggiunto questo traguardo che da quando ho compiuto diciott'anni, esattamente diciott'anni fa, si è sempre spostato, per ragioni varie; era un miraggio più che un traguardo, era la linea che divide orizzonte e mare quando si naviga in oceano aperto: si spostava automaticamente ogni volta che mi ci avvicinavo.
Ora guido. Guidano tutti, lo so, per carità, anche i nonni, ho raggiunto traguardi oggettivamente più complicati,  a ognuno il suo, era il mio punto critico.
Arrivo a casa un'ora prima la sera.
Detto ciò, mi manca il tempo dell'attesa alla stazione, mi manca l'osservazione delle persone sedute intorno, mi manca la lettura dei libri, mi manca la poesia che nasce dalla noia passiva, il tempo che passavo pensando alle vite degli altri, ad immaginarmi i loro dialoghi, a dimenticarmi di me pur essendo presente.
E mi manca il culo sodo che avevo quando camminavo da un mezzo all'altro.

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