Friday, August 21, 2015

Il rito del pollo

Negli anni '50 mia nonna al sabato comprava un pollo, mia madre era bambina.
"A me toccava l'ala ed è ancora oggi la mia parte preferita" dice mia mamma.
"Ti davano solo l'ala?" chiedo io.
"Con un po' di carne attaccata."

Mia nonna il sabato comprava un pollo al mercato di Valenza.
Un pollo vivo.

Posizonava un piattino pieno di pangrattato sotto al collo del malcapitato e poi lo sgozzava, il sangue colava nel piattino e creava parte dell'impasto per le polpette di sangue.
Le polpette di sangue erano la cena del sabato.
Il giorno successivo, la domenica, si mangiava il risotto con fegatini di pollo e zafferano a pranzo e mezzo pollo arrosto a cena.
Il lunedì minestrina in brodo di pollo.

La domenica a cena il mezzo pollo veniva diviso tra: mia mamma, mio nonno, mia nonna e la bisnonna. La bisnonna oltre ad avere la parte migliore aveva il privilegio di assumere il cervello dell'animale che schiacciava con lo schiaccianoci.
Una sorta di ritrovo tribale, un rito che riconfermava le posizioni gerarchiche all'interno della famiglia. Alla mia povera nonna che cucinava e lavorava più di tutti quanti spettavano gli avanzi.

Esistono teorie contrastanti sull'effetto dell'assunzione di carne nella nostra alimentazione, tutti però concordano nell'affermare che ne consumiamo troppa. E che sopratutto quella rossa non fa bene.
Credo abbia un effetto sul nostro corpo anche il fatto che la carne che mangiamo oggi raramente derivi da un animale che abbia trascorso una vita felice.
Per vita felice intendo: all'aperto, mangiando gli alimenti che lo attirano naturalmente, nella giusta
quantità e scorrazzando.
Io mangio mezzo pollo da sola, o quasi. Eccesso e scarto al gatto.

La mancanza di possibilità economiche regolava l'assunzione di carne della maggior parte delle famiglie negli anni '50. Anche il chilometro zero non era una tendenza della moda alimentare, ma quello che succedeva. Il Kiwi al mercato non c'era e basta, per non parlare dell'avocado.

Troveremo un equilibrio tra gli orti nel centro di Milano e i polli allevati in batteria, tra i ristoranti che offrono cibo chilometro zero e quelli che alle Barbados offrono le ostriche inglesi?
È necessario?
Si stava meglio quando si stava peggio?
No.







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