Thursday, August 06, 2015

"Un Uomo Sentimentale" Javier Marias




Ho letto per la seconda volta "Un uomo sentimentale" di Marias.
Questo uomo è il re delle subordinate: le inserisce una dopo l'altra, e come strati di una torta nuziale gigantesca vanno a comporre periodi sublimi, stratosferici.
Ho aggiunto nuziale per sviare, ma la grossolana analogia con la torta nasce dal fatto che oggi è il mio compleanno. Tanti auguri a me.
Ecco un esempio della sua capacità di introspezione dell'amico umano e della sua abilità tecnica. Inchiniamoci.

"Non so perché la memoria selettiva dei sogni sia tanto diversa da quella di nostri sensi vegli, perché non posso credere a quelle spiegazioni inesorabili secondo le quali affiora nei primi, sotto diversi mascheramenti, ciò che i secondi sopprimono. C'è in quella convinzione un elemento che mi sembra eccessivamente religioso, una vaga idea di espiazione in cui non posso fare a meno di immaginare la traccia di cose come la coscienza del male, gli uditi sordi, l'oppressione dei giusti, la disputa tra opposti, la verità che aspetta la propria rivelazione e il concetto secondo cui esiste una parte di noi che è in contatto più diretto con le divinità di quanto non lo sia il nostro discernimento. E perciò propendo di più a pensare che le ostinate sospensioni del tempo nei sogni siano educati, convenzionali modi di tirare il respiro di carattere drammatico o narrativo o ritmico, come la fine di un capitolo o gli intermezzi, come la sigaretta che si fuma dopo la colazione, i minuti che si dedica non a sfogliar il giornale prima dell'inizio delle attività, la pausa che precede la lettura di una lettera temuta o l'ultima occhiata allo specchio prima di uscire la sera. O forse sono dovuti al dubbio, perché la verità sognata e il ragionamento sognato non sempre scorrono così risolutamente com'è loro fama. Vi è in alcuni sogni, come alla luce del giorno, esitazione, arretramento, rettificazione e tempi morti. A volte bisogna addirittura prendere tempo per indirizzarli, cioè, ingannare quei tempi deliberatamente. Non sono troppo lontano dal condividere le credenze di alcuni antichi, e, come loro, oltre che premonizioni e avvisi che diamo  noi stessi vedo nei sogni intuizioni e spiegazioni che non contrastano con la coscienza desta, commenti espliciti - per quanto possano essere metaforici: non c'è contraddizione in questo - sul mondo, sullo stesso e unico mondo che accoglie il giorno, per quanto estranea ci possa apparire al mattino la sfera notturna...""Ho letto una volta in un libro di un tedesco che le persone che non fanno colazione desiderano evitare il contatto del giorno e non entrare in esso, perché in realtà è soltanto attraverso il secondo risveglio, quello dello stomaco, che si riesce a venir fuori del tutto dalla penombra e dalla sfera notturna, ed è soltanto dopo che si è arrivati sani e salvi all'altra sponda che ci si può permettere di riferire quel che si è sognato senza che ciò porti calamità con sé, dato che, se lo si racconta a digiuno, ci si trova ancora sotto il dominio del sogno e lo si tradisce con le proprie parole, esponendosi così alla sua vendetta...
 Quest'idea dalle radici inconfondibilmente popolari nasconde, allo stesso modo di quelle che usano gli psichiatri, gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli altri usurpatori della parola psiche, un disprezzo infinito nei confronti del sogno sotto la ,oro pretesa di prenderlo molto sul serio, in quanto muove dall'idea di base che esistano due mondi separati, quello del sonno e quello della veglia, o, ed è ancora peggio, due mondi ostili, contrari, diffidenti l'uno dell'altro, pronti a nascondersi le loro ricchezze e le loro conoscenze e a non condividerle né a riunirle se non dopo la presa violenta, la conversione forzata, l'interpretazione che invade uno dei territori, con la particolarità che l'unico che soffre quest'ansia di sottomissione, l'unico che consegue quell'animo di conquista, è il campo diurno. Ma ciò che mi accingevo a confessare è che, non accettando simile idea, ho deciso, non si sa mai, di non fare colazione questa mattina, nella speranza di poter raccontare entrambe le cose, quel che è accaduto ed il sogno di quel che è accaduto, dato per acquisito di non poterle distinguere. Perciò non ho ancora mangiato, e staremo a vedere quando lo farò."

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